In questa sezione fornisco alcune indicazioni su come costruire semplici racchette da
neve e ciaspole, qualora sorgesse la necessità di muoversi su terreno innevato
e non si avesse a disposizione la necessaria attrezzatura tecnica.
Nota: per assicurare lo scarpone alla racchetta o ciaspola, utilizzo del cavo da
paracadure da 3,1 mm di diametro mentre per legare i rami tra loro sfrutto del cordino
classico, meglio se di fibra naturale, come canapa o altra fibra vegetale, dato che bagnato
tende a stringere e quindi a rinsaldare i nodi.
Quando ti trovi ad affrontare un tratto nevoso imprevisto, è possibile creare in pochi
minuti un paio di improvvisate ma efficienti racchette da neve sfruttanto la vegetazione alpina.
Il suggerimento è applicabile in un contesto in cui siano presenti conifere, meglio
se abeti o larici.
Per ogni singola racchetta, utilizzando il segaccio pieghevole, taglia almeno cinque branche
di pino cembro, abete o larice. Devono presentare una vegetazione folta e la loro lunghezza
deve essere di almeno un metro. Il diametro dei rami tagliati deve attestarsi sui tre
centimetri, misurati all'attaccatura del tronco.
Affianca le branche, sovrapponendole per ottenere un insieme solidale, come indicato in
sezione nel disegno quindi, con un paio di metri di cordino, avvolgi saldamente tra loro
la parte inferiore dei rami con una decina di spire.
Passa la corda residua avvolgendo alternativamente i rami, proseguendo nella direzione della
rastrematura: questo eviterà che le branche si separino quando il peso del corpo
graverà su di esse.
Verifica di aver ottenuto un oggetto solido e consistente, quindi realizza il secondo.
A lavoro ultimato, con uno spezzone di cavo da due metri (per ogni racchetta), si realizza
l'asola di serraggio per lo scarpone.
Trova la metà del cavo e realizza un nodo parlato ben assucato che prenda i cinque
rami. Nel farlo, mantieni la distanza di uno scarpone dalla punta della racchetta.
Poggia lo scarpone sul nodo, in modo che la sua punta si trovi almeno quattro dita oltre il
nodo, ed esegui un nodo piano per bloccare lo scarpone con un'asola, quindi porta i due
estremi del cordino dietro la caviglia, incrocia i cavi, riporta le estremità verso
la punta dello scarpone, falle passare dentro l'asola che ne blocca la punta, quindi incrocia
nuovamente i cordini dietro la caviglia ed effettua un solido nodo a fiocco sullo scarpone.
Lo stesso procedimento devi ripeterlo per fissare l'altra racchetta.
Questo sistema impedisce al piede di fuoriuscire dall'asola ma lo rende nel contempo mobile
durante la marcia.
Non occore comunque essere così sofisticati, volendo si può avvolgere con
più spire di corda lo scarpone ai rami, ma occorre un po' d'attenzione quando si
procede sulla neve, per non perdere la presa sulla racchetta.
Le ciaspole d'emergenza si possono fabricare sia con rami di conifere, sia con altri tipi
di legname, ma è possibile ricorrere anche a listelli ricavati al momento o materiali
eterogenei lavorati allo scopo, come tubi, graticci di plastica o metallo ritagliati a
forma di ellisse e addirittura canne di bambù. Se questo materiale può sembrare
fuori luogo così non è perché dalle mie parti, il bambù s'è
adattato al clima rigido invernale e prospera, nonostante le nevicate e le temperature che
spesso scendono a -10 o -15, creando piccole macchie verdi con esemplari che raggiungono
anche i 10 centimetri di diametro.
Con il metodo che indico, è possibile assemblare un paio d'improvvisate, ma efficaci
ciaspole in legno, in circa mezz'ora di lavoro.
Il termine efficaci è relativo al contesto d'uso: dato che sono improvvisate, ossia
realizzate con materiale povero e alla veloce, non possono essere paragonate ad un paio di
ciaspole prodotte in serie o fabbricate artigianalmente con tutti i crismi, ma in una situazione
d'emergenza tornano senz'altro utili, come ho verificato di persona.
Per ogni ciaspola, utilizzando il segaccio pieghevole, si dovranno tagliare due rami con diametro
di tre centimetri e lunghi due palmi in più del proprio scarpone e altri due o tre rami
con identico diametro, ma più lunghi dei precedenti della larghezza di una mano.
Servono poi cinque rami, con diametro di due centimetri, la cui lunghezza deve essere almeno
otto dita in più della larghezza dello scarpone.
I rami più grossi, che formeranno la base a contatto con la neve, dovrebbero essere
sagomati a prua di nave alle estremità, in modo che presentino un bordo d'attacco per
la neve.
Queste dimensioni non sono espresse in centimetri, quindi soffrono di un approccio empirico la
cui intenzione è quella di dimensionare le racchette in proporzione alla struttura
corporea di chi le costruisce.
Si dispongono paralleli tra loro i rami più grossi, quindi si incrociano su questi
i rami più piccoli e corti, piazzati in funzione della dimensione dello scarpone,
formando così una griglia asimmetrica (come nel disegno).
Si ha una quantità maggiore di rami dove poggia la punta dello scarpone, perché
l'area sostiene una maggiore pressione, ed un numero inferiore di rami dove appoggia il tacco.
È necessario che le estremità dei rami più corti eccedano oltre i rami
esterni del gruppo di maggiore dimensione, diversamente non sarà possibile effettuare
legature robuste ed affidabili ai margini della struttura.
Ogni punto d'incrocio tra i rami dovrà essere legato con un nodo a serraglio oppure
tramite una legatura incrociata, a loro volta assicurati con un nodo piano (detto anche nodo
di terzaruolo).
I nodi dovranno essere ben assuccati e la griglia risultare ben solida.
Suggerisco di legare bene lo scarpone sfruttando l'intreccio mostrato nelle due figure qui
sotto.
Realizza la trama di fissaggio solo dopo aver teminato la fabbricazione delle ciaspole. In genere è sufficiente un unico spezzone da due metri di cordino da paradadure da 3,1 mm oppure un cavo equivalente.
Puoi intrecciare alla griglia dei rametti flessibili, per ottenere una trama di contatto con
la neve più fitta di una semplice struttura di rami, proprio come nelle racchette classiche;
in questo modo avrai una maggiore distribuzione del peso grazie alla presenza di una superficie
più ampia.
Se sei creativo ed hai tempo, è possibile tagliare rami di lunghezza variabile,
in modo da ralizzare le ciaspole con il classico profilo ellittico, aumentando sia il
numero dei rami con sezione minore, sia quello di sezione maggiore.
È solo un'idea, non ho mai realizzato una trama di questo tipo perché richiede
troppo tempo e potrebbe diventare molto pesante. Ad ogni modo, per questa variante, è
bene disporre di una buona scorta di cordame a causa dell'alto numero di legature richieste.
L'assicurazione allo scarpone è identica a quella del modello più spartano.